THE CLOUD GATE.
I riflessi incredibili del fagiolo di Chicago.
Il downtown di Chicago rappresenta perfettamente l’immaginario che ognuno di noi ha delle grandi città americane: strette e lunghe strade accompagnate ambo i lati da altissimi grattacieli che riescono a nascondere il cielo.
Molte sono ancora le architetture storiche che ricordano un passato così particolare co-me quello di questa metropoli, ma tante sono anche le immense facciate in vetro che riflettono la storia della città, riportandoci a scene di indimenticabili film dove non manca-vano certamente i colpi di scena.
Chicago è affacciata su un lago che sembra quasi un mare e che regala all’intera città un’aurea di morbidezza, la rende ancora più bella…si perchè Chicago è davvero una cit-tà bellissima, affascinante come una vecchia signora con un passato tutto da raccontare.
Le immense aree verdi che fanno da filtro tra le acque del lago e i grattacieli, donano oasi di riposo e di cultura molto apprezzate dai cittadini. Ed è proprio all’ingresso di uno dei parchi più belli della città, il Millennium Park, che a metà degli anni 2000 viene posizionata questa incredibile scultura: The Cloud Gate.
Pensata dall’artista inglese di origine indiana Anish Kapoo e ispirata ad una goccia di mercurio liquido, è ormai diventata uno dei simboli più riconosciuti di Chicago.
L’opera è realizzata con 168 lastre di acciaio inossidabile la cui lucidatura necessitò ben sette mesi di lavoro e cinque differenti tecniche progressive: dopo questo perticolare trat-tamento, il monumento potrebbe adirittura avere una durata di 1000 anni.
Si dovettero eseguire opere di rinforzo alle strutture del garage sottostante la piazza che ospita la scultura, per sostenerne il peso di ben 100 tonnellate, mentre i costi, stimati inizialmente in 6 milioni, raggiunsero la cifra folle di 23 milioni di dollari, fortunatamente supportati anche da finanziamenti privati.
Questa meraviglia, scaturita da una fantasia portata all’ennesima potenza, è posizionata vicino ad Adams St. dove ha inizio la strada mito dell’America ruggente, quella Route 66 che porta verso il sole della California. La scultura sembra quasi un invito ad attraversare l’America più vera, accompagnati dai ricordi delle nuvole riflesse nella sua superficie così brillante. E’ qui che il cielo “mancante” nelle strade del downtown di Chicago viene enfatizzato nel migliore dei modi. I riflessi su questa opera d’arte infatti, hanno dell’incredibile e regalano immagini distorte ma davvero indimenticabili: la porta delle nuvole moltiplica il grande cielo americano così come riflette architetture e persone, alberi e bambini in un gioco che sembra non avere fine, dove la fantasia può scatenarsi e dove ognuno può interpretare un ruolo da protagonista.
Questa è davvero l’arte dedicata a chi la fruisce, dove esiste un continuo dialogo e dove ogni spettatore diventa anche autore di una nuova interpretazione dell’opera d’arte stes-sa: ci si specchia e il proprio riflesso deformato eccita e provoca quasi una forza d’attra-zione, un vortice di benessere. Si è quasi rapiti e ad ogni passo le pareti tondeggianti del The Bean, il Fagiolo, come comunemente viene chiamata la scultura, regalano anche una forma diversa della città incrementando così, ancora di più, la sua magia.