Ciao, sono Maria Cristina

Nata nel 1968 a Milano durante gli anni più scuri della città, dopo un lungo e meraviglioso periodo tra le colline toscane, sono stata adottata dalla terraferma veneziana che mi ha visto laurearmi in architettura dopo aver conseguito il diploma di Maestro d’Arte.

Ricordo ancora la carta da parati che ricopriva le pareti della mia cameretta della casa di Milano: era a fiori, tipo margherite, sui toni dell’azzurro, un colore che oggi non amo troppo. E ricordo quando quella casa l’abbiamo lasciata, dentro una Citroen rossa carica di scatoloni, sotto una pioggia che sembrava il diluvio. Avevo 3 anni e mezzo. Poi gli anni toscani, con i giochi e la paura delle vipere. E le prese in giro, oggi si direbbe lieve bullismo, perchè a casa, visto il doppio nome troppo lungo, mi chiamavano Chicca, che in toscano vuol dire caramella. Recentemente ho pure pensato di riprenderlo, questo soprannome, così per darmi un aurea più dolce.

Lasciare quelle terre di collina per la terraferma veneziana, è stato davvero difficile, la pianura non è il mio status ideale, ho bisogno di poter guardare oltre qualcosa. Anche allora la macchina, una minuscola Fiat 126 era carica, questa volta anche di un cane, ma quel giorno non pioveva.

Da questi due “grandi viaggi” e da tutti quelli vissuti assieme alla mia famiglia, non mi sono più fermata: ecco che sul mio zaino da viaggio ho iniziato a far cucire le bandierine del mondo, perdendomi tra la mia amata Asia e il mio adorato nord America. Ora quelle bandierine sono diventate 50, come 50 le nazioni dove i miei piedi hanno camminato.

Countries

Cities

Continents

Sono una viaggiatrice

Ho avuto la fortuna di esserlo e il viaggio e l’arte hanno sempre fatto parte della mia vita.

Nei viaggi mi piace entrare nelle case dei locali, mi piace mangiare con chi vi abita, sedermi a terra insieme alle donne asiatiche, prendere in braccio i loro bambini e ho adorato dormire nei letti spogli ma che sapevano di vita casalinga. Ho avuto grandi amori per terre lontane, luoghi dove, con rammarico, non ho messo radici.

Ho pianto emozionandomi in tanti luoghi del mondo, dove la natura prendeva il sopravvento su me stessa ma anche dove le persone mi toccavano il cuore…e a volte anche il sedere per accertarsi che il sellino della propria moto non fosse così bagnato, dopo il passaggio offertomi nell’altopiano tibetano.
Ho lavorato tanto per l’arte, mio primo amore, materia preferita negli anni della scuola superiore. L’allestimento museale e l’arredatrice era ciò che avrei voluto fare da grande, in parte ci sono riuscita organizzando e curando le mie mostre fotografiche.

E ho lavorato tanto nel dietro le quinte di un teatro, per organizzare e promuovere al meglio un “oggetto” che sembra di no, ma in realtà quando manca si sente. Uno spettacolo, un concerto trasporta solo cose belle in ognuno di noi. Ora mi occupo di organizzazione di eventi, un settore dove posso esprimere al meglio la parte più strutturata del mio carattere per creare situazioni speciali dove ognuno di noi possa ritrovarsi in momenti gioiosi e di bellezza.

L’occhio dentro il mirino di una macchina fotografica l’ho messo ormai da molti anni: il cercare l’oltre e un’immagine che sappia riportare l’emozione provata durante quel preciso scatto, mi ha portato ad approfondire la fotografia antropologica e il reportage, dove il rapporto con l’altro diviene fondamentale.

Fotografo da quando ero adolescente

Mio padre era appassionato di fotografia e di video, con velleità giovanili a voler diventare regista. Complici i numerosi viaggi in giro per il mondo fatti assieme, la macchina fotografica divenne la nostra compagna di avventure.

Fondamentalmente fino a qualche anno fa, prima che la passione per la fotografia diventasse più forte e fonte di studio più approfondito, fotografavo per documentare i miei viaggi. Ho sempre cercato però, di inseguire una buona luce e una composizione originale, ovvero, ambivo a non portare a casa le classiche immagini “da vacanza”.

Ho iniziato a fotografare con una macchina fotografica analogica; allora mi piaceva molto il teleobbiettivo perchè i dettagli sono sempre stati tra i miei soggetti preferiti. Ora invece apprezzo molto i grandangoli perchè il ritratto ambientato è una delle scene che preferisco scattare: il raccontare quello che sta attorno al soggetto, la sua vita, casa o storia, è ciò che vado cercando. Come già sottolineato, preferisco il reportage di viaggio, con un focus sui ritratti ambientati ma anche “stretti” sulla persona: nei numerosi viaggi che ho avuto la fortuna di fare nella mia vita, il rapporto con l’altro è sempre stato alla base di tutto, la ricerca della relazione con chi vado a fotografare è per me fondamentale e insostituibile.

La fotografia è sempre stata quindi, una compagna di viaggio, ultimamente è diventata anche una convivente, l’immagine come racconto, comunicazione e testimonianza. E con lei viaggio, anche nei ricordi quando non si può realmente prendere un aereo.

Sono una leonessa anche nell'oroscopo...

…e credo nel potere delle donne ma affiancato a quello degli uomini; ho grandi donne come amiche legate a me da quel famoso filo rosso che allaccia le anime più vicine, sogno una “comune” dove poterci ritrovare tutte assieme e raccontarci le nostre vite e i nostri pensieri.

Nella mia mezza età di oggi, sono diventata più riflessiva, caratteristica che da giovane non conoscevo neppure, ma rimango sempre libera e in movimento e ne sono certa, tornerò a vivere in un paesaggio ondulato, dove magari la mia camera avrà una carta da parati a fiori.

Da donna in movimento, come amo definirmi, in ogni mio andare cerco di trovare sempre quel momento speciale dove le emozioni riempiono il cuore, è così infatti, che continuo a camminare per le strade del mondo con la mia macchina fotografica, cercando di cogliere quell’attimo di incontro con il nuovo che mi permette, ancora, di essere libera.

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SAGRES

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