Tarifa, la città dei due mari
Con i suoi tetti tipicamente arabi, dicono che Tarifa sia il luogo più a sud dell’intera Europa, dove termina il Mar Mediterraneo.
Dell’Africa, al tramonto, si scorgono le luci di Tangeri e pare di sentire anche i suoi odori pungenti e le sue musiche suadenti. Il Marocco è qui davanti, quasi si potrebbe toccarlo attraversando quel breve tratto di acqua dove i due grandi mari si incontrano: il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico.
Camminando lungo il molo che si insinua tra i due mari, i miei pensieri vanno a ciò che queste acque oggi raccontano, tra grandi navi passeggeri che sognano le palme caraibiche e piccole barche che sognano solo terre diverse, dove la sabbia non c’è.
Le acque dei due mari sono differenti, calme ma agitate per il mare nostrum, agitate ma calme per il mare che racconta le avventure più epiche.
A sinistra le onde sono appena percettibili e c’è anche chi fa yoga davanti alla calma assolata, a destra il forte vento sferza chi assaggia le grandi onde con il kitesurf, regalandomi uno spettacolo di decine di farfalle sulle acque increspate. I loro volteggi sono spettacolari e i loro sorrisi che raccontano la felicità del volo suonano davvero bene in questo momento storico dove si fa fatica a trovare la carica per ripartire. La loro è una sfida, qui e ora è una vittoria.
Tarifa è una città blanca dell’Andalusia, una freaktown dove si danno appuntamento chi quei mari li vuole sfidare. In questi giorni le sue strade sono quasi deserte, il seppur caldo inverno spagnolo non regala le ore di recupero forze davanti ad una birra gelata e nemmeno i colori che descrivono i caldi mesi estivi. E in questa tranquillità la città ritrova il suo bianco candido, ora avvolto nei colori pastello di un’alba goduta dal tetto di un originale hotel da dove il profilo dell’Africa diventa sempre più presente.. Qui il vento mi accarezza il volto e scompiglia i miei capelli, facendomi ritrovare quella felicità di libertà che solo il viaggio regala.
Ecco, sono arrivata fino a qua, nel sud più sud della vecchia Europa.
Da qui ricomincia la bellezza.
Bell’articolo, complimenti, ho rivissuto quei giorni belli, a presto!
ben